Non sottovalutate la sordità

Quando ho saputo che sarei diventato papà, non riuscivo a credere che fosse vero. Io e mia moglie eravamo in un periodo un po’ particolare, dato che sei mesi prima avevamo perso un figlio al quinto mese di gravidanza.

Quindi in quel momento provai un mix di emozioni: incredulità, gioia immensa, ma soprattutto paura. Si perché già in condizioni normali di solito un genitore, soprattutto per il primo figlio, ha un bel po’ di ansie e paure, immaginate quanta ne avessi io, all’idea di dover affrontare una seconda gravidanza.

Beh alla fine come ben sapete, la seconda gravidanza si è conclusa bene, grazie soprattutto alla grande forza di mia moglie, che nonostante le mille difficoltà, non si è mai arresa.

Questa lunghissima premessa, che spero mi perdoniate, era per dire che un genitore,  indipendentemente dal suo grado di apprensione, dal momento in cui apprende di essere in attesa di un figlio viene subito assalito da un grande sentimento: l’amore e una gigantesca emozione: la paura.

Quando nacque Enrico, cominciai a guardarlo dalla testa ai piedi per vedere se tutto fosse “al suo posto” e tirai un sospiro di sollievo.

Questo penso sia l’errore che inizialmente facciamo tutti, poi quando i figli cominciano a crescere, ci si rende conto che ci sono tante cose che non bisogna sottovalutare. Tra queste uno  è certamente l’udito,  di cui, in caso di problemi, spesso non ci si accorge, fino a quando i figli non cominciano a comunicare.

Qualche giorno fa sono stato invitato al MED-EL Care Center di Milano proprio per parlare di sordità infantile.
MED-EL è da 30 anni leader tecnologico nel settore delle soluzioni per l’udito e questo incontro mi ha davvero aperto gli occhi su cose che prima ignoravo totalmente e che ora vi esporrò.

All’incontro c’erano:

  • La Dr.ssa Patrizia Consolino, Audiologa foniatra, responsabile percorso diagnosi e cura precoce della sordità infantile, Ospedale Martini ASL Città di Torino.
  • Il Dr. Diego Di Lisi, Otorinolaringoiatra, responsabile centro di audiologia ed impianti cocleari, Ospedale Martini ASL Città di Torino.

Grazie a loro, come già detto, ho imparato tantissime cose.

Secondo il Ministero della Salute, in Italia, ogni anno 1 bambino su 1000 nasce con problemi uditivi. Nei successivi 4 anni di vita, purtroppo questo numero raddoppia a causa del peggioramento di varie malattie dell’udito, come ad esempio l’otite cronica.

Per questo motivo,  è davvero importante che alla nascita i bambini vengano sottoposti allo screening neonatale, che ha l’obiettivo di individuare eventuali malattie in una fase prematura.

Sapete ad esempio quali sono i primi segnali della perdita dell’udito?

Dato che ho già scritto troppo, mi affiderò a questa infografica:

Di solito le cause all’origine di problemi uditivi sono principalmente tre:

  • Forme genetiche
  • Problematiche in gravidanza
  • Infezioni contratte dalla mamma in gravidanza

Nel caso in cui un bambino nasca con problemi uditivi la cosa migliore è intervenire subito attraverso l’utilizzo di un sistema uditivo, che può essere impiantabile o meno.

Di solito l’impianto varia in base al tipo di disabilità uditiva. L'impianto cocleare sostituisce le cellule ciliate danneggiate o inesistenti della coclea ed è formato da una parte interna ed una esterna all’orecchio.
Invece una soluzione a conduzione ossea, ADHEAR, prettamente esterna, non necessita l’intervento chirurgico ed è indicata per coloro che soffrono di sordità trasmissiva medio-lieve (generalmente causata da lesioni al timpano, al canale uditivo o all’orecchio medio).

Quest’ultimo ho avuto occasione di provarlo, con il supporto di tappi per le orecchie e la sensazione è stata davvero particolare.

Una delle cose più belle di questo incontro è stata, poi, poter conoscere i genitori di due bambini che ci hanno raccontato la loro storia.

In particolare mi ha colpito la mamma del piccolo Gabriel che ci ha raccontato la sua grandissima emozione dopo che suo figlio per la prima volta, dopo aver indossato l’impianto acustico per ascoltarla, l’ha guardata per la prima volta negli occhi, anziché provare a leggerle le labbra, come faceva di solito.

E lì ho capito quanto spesso diamo per scontate molte cose che in realtà non lo sono e così facendo non ne apprezziamo la reale importanza!

 

Ringrazio MED-EL per avermi dato questa possibilità e se per caso doveste riscontrare in vostro figlio uno dei segni che avete visto prima sull’infografica, correte subito da uno specialista!

 

Post in collaborazione con MED-EL Italia

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