Cosa posso insegnare a mio figlio?

La prima volta che ho visto mio figlio attraverso il vetro della sala parto, mi sono innamorato.
È vero che nella vita non bisogna dare nulla per scontato, ma mai avrei mai immaginato di potermi innamorare di una persona del mio stesso sesso.

Enrico è nato con un cesareo, per cui non ho avuto la fortuna di assistere al parto e dato che la mia compagna era tanto tesa, non mi aveva nemmeno avvisato che stava per entrare in sala operatoria, per cui quando sono arrivato in clinica, lui era già nato da un bel po’.

La prima volta che l’ho preso in braccio lui ha cominciato a singhiozzare e io ho cominciato subito a impanicarmi. Ero circondato da tantissime persone, vagavo per la camera urlando “Ha il singhiozzo, che devo fare? Che qualcuno mi aiuti!” tutti mi prendevano in giro e ridevano di me e tutti mi raccomandavano di farmi la barba, altrimenti non avrei potuto baciare mio figlio senza il rischio di irritargli il visino.

Prima che nascesse, mi ero ripromesso 4 regole fondamentali da inculcare a mio figlio:

  • Deve tifare Napoli
  • Deve giocare a basket come me da piccolo
  • Deve sempre usare le due paroline magiche: per favore e grazie
  • Deve amare la musica e in particolare i Queen

In realtà erano molte di più le regole a cui avevo pensato nella mia testa, ma c’era una cosa che mi era sfuggita: non importa quanti anni tu abbia vissuto sulla faccia della terra, perché un figlio può insegnarti qualcosa ogni giorno.

I bambini guardano, i bambini osservano e per quanto tu possa ripetergli le cose più e più volte, assimileranno molto più ciò che vedono rispetto a ciò che gli viene detto.

Io in questo ho un esempio palese in mio padre. Ho perso il mio papà quando avevo 12 anni a causa di un male incurabile. Quando se ne andò, avevo appena cominciato la mia fase pre adolescenziale.

In pratica non mi ha visto diventare un uomo eppure mi ha aiutato a diventarlo.

La barba ad esempio che è una delle prime cose che un papà ti insegna quando diventi grande, io la prima volta l’ho fatta a lui.

Mi chiese di fargliela quando stava poco bene e non era in grado di avere la mano ferma. Io avevo paura di fargli male, ma lui con la calma che lo caratterizzava mi guidò passo passo.

Nel 93 non c’erano quei rasoi da barba a 3 o 4 lame come ci sono adesso, il rasoio aveva un’unica lama e se sbagliavi…. ZAC, ti ritrovavi un bel taglio in faccia.

Mi ricordo ancora tutto come se fosse ieri, presi il pennello, lo bagnai e poi ci misi sopra la schiuma e cominciai a spalmargliela delicatamente su tutto il viso.

Mi diceva “Il dito è importante! Devi tendere la pelle col dito, in modo che la lametta non perda nemmeno un pelo!”, così feci…. Dito fisso a tendere la pelle, mentre con l’altra mano passavo la lametta. Ne uscì liscio e senza nemmeno un taglio.

E’ stato così che ho imparato a radermi, anche se devo ammettere che da allora la lametta l’ho usata davvero poco, dato che preferisco sempre avere un po’ di barba sul viso.

Tutte le altre cose invece mio padre me le ha insegnate inconsciamente, sono cose che ho imparato semplicemente osservandolo.

In primis mi ha insegnato che bisogna sempre sorridere, perché per quanto la vita possa essere difficile, un motivo per sorridere lo si trova sempre! Mi ha insegnato che bisogna prima dare rispetto agli altri se vuoi riceverne. Mi ha insegnato che bisogna leggere e informarsi per bene, prima di poter criticare qualcosa. Mi ha insegnato che il posto migliore per sfogarsi e arrabbiarsi è l’auto, perché quando arrivi a casa, tutto quello che ti serve è calma e tranquillità.

Poi c’è una cosa che pur osservandola ogni giorno, non sono riuscito ad assorbire in nessun modo: la sua eleganza innata, non a caso chiunque ricordi mio padre mi dica sempre la frase “ Non ti offendere, ma tuo padre era davvero un gran signore”. (Un modo gentile per dirmi che non gli somiglio per niente!!)

Ora la riflessione da fare è: cosa potrei insegnare davvero a mio figlio, se da quando sono diventato papà non ho fatto altro che imparare io da lui?

Enrico mi ha insegnato che non tutta la cacca rimane dentro al pannolino;

Enrico mi ha insegnato che quando parte una musica, qualsiasi essa sia e in qualsiasi posto ci si trovi, bisogna ballare!

Enrico mi ha insegnato che anche se hai la febbre che supera i 37, non devi per forza metterti a letto morente ,ma puoi vivere una vita normale!

Enrico mi ha insegnato che se hai la panza devi iscriverti a danza! (O almeno cosi dice  la canzone)

Enrico mi ha insegnato che anche se ti infilano le dita nel naso e ti tirano i capelli, puoi comunque svegliarti col sorriso.

Enrico mi ha insegnato che non bisogna limitare la vena artistica di qualcuno, anche se disegna sulla parete appena imbiancata!

Ogni giorno di questi 3 anni con lui, mio figlio mi ha insegnato cose nuove, tra sorrisi  e lacrime, la maggior parte delle quali senza dirmi nemmeno una parola.

E allora mi sono convinto che per fargli scoprire il mondo, non devo dirgli cosa fare e cosa non fare, devo semplicemente provare a seguire gli insegnamenti del mio papà, ovvero devo vivere mio figlio giorno per giorno, mettendoci tutto l’amore che ho e sperare che quando avrà la mia età possa amarmi quanto io amo mio padre, anche se è stato con me solo per 12 anni.

Per il momento l’unica regola che mio figlio ha deciso di rispettare “di sua spontanea volontà” è tifare Napoli, adora tutto ciò che è azzurro, come questi prodotti Suavinex.
La linea Meaningful life è una nuova linea che rievoca i prodotti per l’allattamento del passato e li unisce al design e all’ergonomia dei tempi moderni. Il biberon è in vetro, quindi non assorbe odori, non si macchia con gli alimenti e resiste agli sbalzi termici.
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