Il gioco è una cosa seria!

Il 24 marzo (come sicuramente saprete grazie al mio post su Facebook) sono stato assieme ad altre mamme (lo so benissimo che sono un papà, ma era per farvi capire che come accade quasi sempre, ero l’unico maschietto del gruppo) ad un incontro intitolato “Scoprire le sue passioni è un gioco” organizzato da Fisher-Price ad Explora – il Museo dei Bambini di Roma.


Ad aprire le danze è stata la Dott.ssa Cristina Liverani, ricercatrice Doxa che ci ha mostrato i dati di una ricerca per scoprire il mondo del gioco dal punto di vista delle mamme.

“Mamme, bambini e giochi” era il titolo della ricerca e lì per lì ho pensato “E ti pareva, ovviamente i papà non se li fila nessuno” e poi mi sono reso conto che in realtà c’era un motivo ben preciso e mi ci sono volute 14 slide per scoprirlo.

Lo sapevate che le mamme, quando si tratta di scegliere o acquistare dei nuovi giochi per i propri figli, sono le protagoniste assolute, seguite dai nonni e i papà? Noi siamo solamente terzi, a 15 lunghezze percentuali dai nonni e a sole 4 dagli zii…. Insomma una vergogna!! Papà, cominciamo a diventare non dico protagonisti assoluti, ma almeno co – protagonisti! 

Dopo la ricerca è arrivato il momento di vedere il gioco dal punto di vista del bambino, con l’ausilio della pedagogista: la Dott.ssa Elena Urso.

Non ci crederete ma grazie a lei mi si è aperto un mondo!

Io pensavo che non esistesse nessun decalogo o vademecum del gioco perfetto, dato che ogni bambino lo affronta in maniera diversa e quindi anche noi in quanto genitori, abbiamo un approccio diverso da persona a persona. Però dopo questo incontro con la pedagogista, mi sono reso conto che ci sono tanti aspetti che sottovalutiamo nel gioco dei nostri figli e che in realtà sono davvero importanti.

Andiamo dunque ad analizzare quali sono le cose che mi hanno colpito di più in questo incontro.

Una delle frasi pronunciate dalla Dott.ssa e che più mi ha colpito è stata “I bambini vivono in una dimensione di gioco perenne”

In primis ho scoperto che la mia teoria, spesso criticata da chi mi sta vicino, che i bambini sotto alcuni aspetti sono simili agli animali, non è poi tanto errata.

Sapete, nello specifico, che gli animali sentono la paura dell’uomo e quindi attaccano, allo stesso modo i bambini percepiscono se quando state giocando con loro vi annoiate o meno, per cui attenti, se dovete farlo controvoglia, non fatelo! Anzi il consiglio della Dottoressa a noi genitori è stato chiaro: quando giocate, scegliete qualcosa che piaccia anche a voi, così da avere la quasi certezza, che entrambi possiate divertirvi!

Ma ritorniamo alla frase della Dottoressa “I bambini vivono in una dimensione di gioco perenne”, ciò significa che il gioco è il centro del loro mondo e l’unico modo che hanno per relazionarsi con se stessi e con gli altri, soprattutto da piccolissimi, quando ancora non hanno imparato a parlare e a farsi capire perfettamente.

Una delle cose più interessanti e di cui mi sono reso conto è che tutti quegli atteggiamenti da parte dei nostri piccoli che noi riteniamo “fastidiosi” e che più ci fanno arrabbiare in realtà per loro non sono altro che un modo differente di vedere le cose.

Quando, ad esempio, buttano giù una costruzione o disfano un puzzle che il papà o la mamma avevano messo su con tanto impegno, non lo fanno per farci un dispetto, ma semplicemente per sperimentare, idem quando strappano qualcosa.

E vogliamo parlare del fatto che non riusciamo mai a buttare i giocattoli vecchi, anche se gli mancano dei pezzi? Eppure il punto di vista dei bambini è molto semplice: Non è rotto, bisogna solo trovare un modo nuovo per giocarci, questo dimostra che i bambini non hanno malizia e per loro non esiste la diversità. Che meraviglia sono i bambini!

Volevo concludere soffermandomi sulle due curiosità che più mi hanno appassionato dell’incontro:

  • Quando i bimbi giocano e litigano tra di loro, non bisogna assolutamente intervenire, dato che a differenza di noi adulti, sono in grado di gestire in autonomia le tensioni e di rimettersi a giocare come se nulla fosse dopo pochi minuti.
  • I papà non saranno i protagonisti assoluti sulla scelta dei giochi dei propri bambini ma nel gioco solo i numeri uno! Sì, perché noi ci impegniamo in maniera assoluta durante il gioco e non tendiamo a far vincere i nostri figli per paura di farli piangere, come invece fanno le mamme. Insomma giocando, li mettiamo spesso davanti alla realtà, facendogli rendere conto che ogni tanto si può anche perdere, anche perché i papà sono troppo forti!

Questo incontro mi ha fatto capire ulteriormente quanto sia prezioso il tempo che passo in compagnia di mio figlio. Ho capito che giocare con lui è importante ma allo stesso tempo, bisogna lasciargli spazio e autonomia, che deve essere in grado di autogestire il proprio divertimento, per questo è utile acquistare i giochi giusti che possano stimolarlo, proprio come quelli prodotti da Fisher-Price!

Grazie a Fisher-Price, Enrico ha un nuovo amico da cui oramai non si separa più, un robottino che gli stimola la mente e il corpo e in più è davvero tanto carino!

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Post in collaborazione con Fisher-Price

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