Papà sei cattivo!

Enrico ha 3 anni e mezzo quindi penso sia abbastanza normale, nonostante gli innumerevoli tentativi di farglielo capire, che non sia ancora in grado di capire che un no è un no e quindi per quanto possa urlare, piangere o sbattere i piedi per terra, quando mamma e papà dicono di no, non c’è modo di fargli cambiare idea, tantomeno facendo i capricci!

E i capricci sono all’ordine del giorno alla sua età, dato che ogni volta che desidera qualcosa comincia con “VOGLIO”, a cui io subito rispondo con “VOGLIO NON ESISTE”, a cui lui ribatte con un più dolce “VORREI”………….. “PER PIACERE” ma all’ennesima risposta negativa da parte mia o della mamma, comincia a piangere a dirotto e quando capisce che anche il pianto non sortisce effetto, mi guarda con gli occhietti ancora pieni di lacrime e mi dice “Papà sei cattivo! Mi hai fatto piangere!”

Devo ammettere che le prime volte che me lo diceva, ogni volta era un colpo al cuore, ci rimanevo malissimo! Poi col passare del tempo e col conseguente aumentare dei capricci, ci ho fatto l’abitudine, anzi quando mi fa proprio arrabbiare tanto, gli rispondo con un “No, tu sei cattivo!” a cui lo risponde con un “No, tu!” a cui io rispondo a mia volta con un “No, tu!” e la questione va avanti fino a che non interviene la mamma che dà ragione all’uno o all’altro (fortunatamente la maggior parte delle volte dà ragione a me ).

Io non sono un pedagogo, né tantomeno una padre che vizia suo figlio, mi piace fargli regali quando se lo merita o quando vedo in giro qualcosa che potrebbe piacergli, ma quando si impunta nel volere qualcosa a tutti i costi, la mia risposta è sempre la stessa: NO!

Non so se ciò mi renda un papà o una persona cattiva, so che nessuno è perfetto, tantomeno io.
Quando fa i capricci adotto una tecnica specifica, che al momento è ancora in fase embrionale, dato che non ottiene dei risultati eccelsi.
Lo guardo negli occhi e comincio col dirgli “Allora a papà, come prima cosa, quando chiedi mi chiedi una cosa, se piangi già parti svantaggiato” cosa che immediatamente lo fa smettere di piangere,
“Poi quando chiedi qualcosa a mamma e papà e ti rispondono di no, non devi insistere, perché tanto se la risposta è no, anche se fai i capricci, rimarrà sempre no, hai capito?” di solito dopo questa domanda o reagisce piangendo ancora più forte oppure annuisce per poi ricominciare a fare i capricci al prossimo negozio di giocattoli o caramelle.
A volte quando nego qualcosa a mio figlio, ritorno col pensiero a quando il bambino ero io e mi bastava soltanto esordire con un “Mamma guarda…..” per far partire l’ira funesta di mia madre con “È inutile che fai! Non ti compro niente!”…. poverina come biasimarla, in un mano aveva 5, 6 buste e con l’altra mano cercava di placare me che non stavo mai fermo.

Spesso penso a cosa succederà tra una trentina d’anni, se mio figlio apprezzerà tutti questi no ricevuti da mamma e papà, se capirà che tutto quello che facciamo, viene fatto prima di tutto per il suo bene.
E chissà, magari un giorno diventerà un papà e dopo aver detto no ad un capriccio di suo figlio, anche a lui sarà detto “Papà sei cattivo!”

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