I Consigli del Dottor Montini: Come affronto il terremoto con mio figlio?

Tratto dalla Pagina Facebook del Dottor Tommaso Montini

Carissimo dottor Montini, la seguo da sempre, ho letto i suoi libri…e ormai lei “fa parte della famiglia”.
Siamo aquilani, abbiamo quindi vissuto il terremoto del 6 aprile e due mesi fa si è sentita benissimo la scossa di Amatrice.
Di nuovo ieri…la terra ha tremato.
Siamo esausti….. In questo momento di paura generale le chiedo un consiglio… ho un bimbo di 20 mesi…non capisce il terremoto in se per se…ma sono certa che avverta tutto…telefoni che squillano, forte tensione, telegiornale sempre attivo… Come puo essere gestita la situazione?
In che modo lei consiglia di comportarsi con i bambini?
Aspetto una sua risposta… la ringrazio.  Silvia da L’Aquila

Cara signora mi faccio portavoce di tutti gli amici che ci leggono: siamo tutti con voi!
Seguiamo quanto sta accadendo con un nodo in gola e un senso di impotenza. Non possiamo far altro che dirle che vi siamo vicini e sperare che presto questo incubo finisca.

Io vissi il terremoto dell’80 ma fu il Bradisismo di Pozzuoli dal 82 all’84 che incise profondamente nella mia vita. Tantissimi che ci leggono non erano ancora nati.
Tutti i giorni la nostra casa tremava.
Non fuggivamo più e la notte, quando i letti dondolavano, la paura ci impediva di dormire… Eravamo ormai abituati alla possibilità di morire da un momento all’altro.
Dopo una scossa più forte fummo sfrattati anche noi e mio padre morì subito dopo per un infarto.

So quindi cosa state provando e per questo la sua lettera mi colpisce particolarmente.

Come difendere un bambino?

Per i bambini il terremoto può essere qualsiasi cosa.
E’ un fatto brutto? Si deve scappare? Dobbiamo aver paura? Moriamo (e che significa moriamo?)?

Le risposte sono sul volto di mamma e papà.

Mamma e papà possono essere uno straordinario baluardo in grado di proteggere i bambini!
E’ come nel film “la vita è bella”. I bambini leggono il mondo attraverso mamma e papà.
Se loro riescono a restare sereni i bambini sono tranquilli.

Il problema è che è impossibile per mamma e papà stare sereni.
Ovvio.
Ok, dunque, va anche bene la preoccupazione, ma in qualsiasi situazione mamma e papà non sono disperati, mai.
Non si lasciano sopraffare e mantengono ben saldo il legame protettivo con i bambini: “Io ci sono, stai tranquillo!” “Sono qui, stringimi forte e non temere!”

“Ma tutti scappano!”
“Bene, scappiamo anche noi, ma senza panico, sappiamo dove andare!”

Per i bambini la sicurezza viene da mamma e papà. Il resto è fuori.

E’ come quando in una tempesta il capitano governa la nave: ha paura, certo, ma se riesce a controllarla tutto l’equipaggio è tranquillo e lui, fermo al timone, porta in salvo la nave!

Difendiamo i bambini dalle comunicazioni che vengono fatte in modo emotivo, ansiogeno.

La televisione i giornali usano toni emotivi alti per vendere di più. L’ansia di una scossa che potrebbe venire da un minuto all’altro viene iniettata endovena direttamente dai monitor!

I mezzi di comunicazione trasmettono immagini dure.
Gente che piange, facce sgomente, sguardi smarriti…

Le immagini che trasmettono emozioni negative sono terribili per un bambino. Sono peggio di un cumulo di macerie che per un bambino possono essere anche solo una montagna di mattoni.

I bambini sono sensibilissimi ai toni, ai volti, alle espressioni di ansia e paura…
Dire c’è il terremoto con un volto disteso e calmo è tutt’altra cosa dal dirlo con occhi sbarrati e gridando!

Quindi le cose le dice mamma. Non il telegiornale.
Risponde a tutte le domande, sempre dicendo la verità, ma con un tono calmo e una mano calda e rassicurante che stringe la mia. “Va tutto bene, ce la faremo!”

Tutto questo si infrange quando gli occhi hanno già visto cose brutte.
Quando il terrore è entrato dentro, quando le ferite e i traumi sono lì e devono essere rielaborati.
La paura, l’ansia significano aumento degli ormoni dello stress quindi difficoltà a dormire, disturbi psicosomatici, tensione.

Il problema è che alti livelli di adrenalina e cortisolo bloccano anche la possibilità di giocare e quindi bloccano il cervello del bambino!

Il gioco è indispensabile per rivisitare tutto quello che succede e relaborarlo. E’ uno spazio virtuale a bassa tensione dove tutto può essere ricatalogato e reso accettabile nei circuiti del pensiero.

La priorità dunque è abbassare i livelli di stress per aiutare il bambino a ritrovare il gioco e il sorriso.

Lo stress si riduce con le carezze, il contatto, gli abbracci, le parole dolci, la sensazione di accoglienza, quella di non essere solo ma di avere qualcuno su cui contare…

La mamma (e il papà) hanno una specializzazione speciale in questo!
Inutile quindi parlare, spiegare o tentare di convincere su qualcosa, solo ti abbraccio, mi siedo a terra e ti accarezzo leggendoti una favola. Basta questo: ci sono!

Quando il bambino inizia a ritrovarsi i problemi piano piano riaffiorano.

Può essere utile accompagnarlo nel suo percorso fantastico attraverso il gioco, giocando con lui.

Riguardate Mary Poppins quando entra con i bambini nel disegno di Berth a terra.
Che succede in quella scena? L’adulto forte e sicuro accompagna il bambino nel suo mondo fantastico… Si va sulle giostre… le giostre si aprono e i cavalli volano… poi inizia una caccia alla volpe… Il percorso si fa sempre più tortuoso e difficile. Sembra una spirale sempre più stretta. Ad un certo punto la situazione si blocca. C’è un problema irrisolvibile: fine della corsa.
E’ quello il momento straordinario in cui l’adulto forte, Mary Poppins, con una parola magica trovare una via di uscita: supercalifragilistichespiralidoso e… torna il sorriso!
La storia ritorna serena e i bambini ritrovano la via di uscita da un problema!

Anche noi possiamo fare così.
Senza invadere, quando il bambino nel suo percorso fantastico, attraverso il gioco si trova in difficoltà, quando affiorano i traumi, i problemi e le paure ecco che mamma sicura c’è!
La soluzione può essere una parola magica, un trucco, un bacio… Mamma c’è e ti aiuta ad uscire!
Stai sereno, dammi la manina e andiamo fuori!

Non sono uno specialista e questi sono solo consigli di un amico lontano.

Se necessario gli specialisti veri sanno cosa dire e quali interventi fare.

Però so che l’abbraccio di mamma è magico quando fuori piove!

Coraggio! Prima o poi smetterà di piovere!

Un abbraccio a lei e a tutte le famiglie dell’Italia più bella che ora è in difficoltà!

Tommaso Montini è un pediatra di famiglia di Napoli, sposato da 30 anni e padre di tre bellissimi figli.
Si interessa di malattie croniche e disabilità. Scrive testi divulgativi di sostegno alla genitorialità, si diletta a tenere incontri e corsi per genitori, ma soprattutto… si diverte molto a fare il pediatra.
Tra le sue pubblicazioni: Meno male che ci sono i bambini!, ed. L’isola dei ragazzi 2004; Me lo dici in bambinese?, ed. Paoline 2009; 4 chiacchiere col pediatra, ed. Franco Angeli 2014; Getzemani! Ingresso riservato, ed. Paoline 2015.

[IMM LIBRI MONTINI]

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